Se sei preoccupato per la salute, ribellati al sistema, non adattarti e fare ciò che ti dice.

Chi di noi non ha avuto paura del virus all’inizio? Pochi, in realtà, sospettavano che si trattasse di una messinscena. Non sarebbe stato saggio darlo per scontato, così come adesso è ancora più stupido escluderlo. C’è un virus mortale in giro, pensavamo, non è ora di scherzare, di farei ribelli proprio adesso, non è ora di fare i complottisti, ci dicevamo, solo perché lo dicono la televisione e i giornali di regime: non possono sempre mentire. Giusto. Ma anche questo, con il senno di poi, non lo si deve escludere. La paura del virus ci ha fatto perdere ancora di più la voglia di pensare con la nostra testa, di fare analisi e riflessioni, di essere critici, di avere dubbi, di farci domande: molte persone hanno preferito che fosse l’informazione di regime a pensare per loro. Chiunque osasse mettere in discussione le misure autoritarie del governo è stato aggredito, insultato, censurato, denunciato, ridicolizzato. Ma non è stato questo il peggio: quando la gente ha cominciato a farsi domande, a informarsi da varie fonte, come dovremmo fare tutti, fino ad arrivare a negare l’esistenza della pandemia, è stata trattata ancora peggio: qualcuno ha addirittura subito un trattamento sanitario obbligatorio, ricoverato in psichiatria.

“Come si può negare l’esistenza del virus? Con tutti i morti che ci sono stati? Con le terapie intensive affollate, con tutti gli ammalati”.

A queste persone sfugge qualche piccolo dettaglio importante: chi nega la pandemia non sta negando l’esistenza del virus, non sta negando i morti, non sta negando gli ammalati. Noi crediamo che il virus sia un’influenza stagionale che, come ogni anno, uccide molte persone. Quest’influenza però, a quanto pare, ha ucciso un numero di gran lunga inferiore rispetto alle influenze degli anni precedenti (scomodatevi a fare qualche ricerca). Purtroppo si è fatta una gran confusione tra morti per coronavirus e morti con coronavirus: i morti CON coronavirus stavano già morendo per altre malattie. Tutte le altre persone, infatti, sono morte per altre malattie, per altre cause, solo che sono risultate positive al virus covid19 (o SarsCov2). Ma attenzione: “positivi al virus” non vuol dire assolutamente niente. Un positivo asintomatico (tra l’altro in base a tamponi per nulla inaffidabile, come ribadito più volte) non costituisce alcun pericolo. Anche qui, stiamo attenti: non stiamo dicendo che gli asintomatici non esistono, ma che non costituiscono pericolo.

Ma come mi permetto io, che non sono un esperto, di sostenere certe cose che non sono di mia competenza? Giustissimo. Io non sono un esperto, ed è per questo che ho ascoltato e letto le tesi degli esperti (anche leggermente discordanti tra loro) come Montanari, Tarro, Zangrillo, Mastrangelo, Bacco ecc.

Non parlo, quindi “del cugino medico del mio amico”, ma di esperti veri e propri.

Che cosa è successo a questi esperti? Insultati, censurati, denunciati, denigrati, ridicolizzati.

Ma come? Non volevate ascoltare gli esperti?

“Sì, ma se sono stati denunciati e censurati, è perché probabilmente erano pericolosi!”

E chi lo stabilisce? Altri esperti? Giornalisti? Programmi televisivi? Politici? Voi?

Ma come? Prima volevate ascoltare gli esperti sostenendo che nessun altro debba parlare, e poi che fate? Insultate gli esperti, dando credito a giornalisti e Youtuber, vari sceriffi che si arrògano il diritto di definire Montanari “presunto scienziato” e “complottista”, “bufalaro”; che si arròga il diritto di ridicolizzare Tarro definendolo “un vecchio con l’aterosclerosi” (si mettono a fare anche diagnosi psichiatriche e neurologiche, questi ‘non esperti’).

Siate per lo meno coerenti: se dite che devono parlare gli esperti, lasciate parlare TUTTI gli esperti e TACETE.

O forse in questi mesi avete scoperto che ne sapete più voi?

Allora a questo punto, posso parlare anche io, che come voi, non sono un esperto.

Basterebbe riflettere sulle opinioni discordanti degli scienziati, anche riguardo le mascherine: non è uno scrittore complottista che vuol vendere libri a dirlo, ma appunto degli esperti che ritengono che le mascherine siano deleterie per la salute (tra l’altro, all’inizio si specificava anche in tv che erano necessarie soltanto a medici e ad ammalati) e altri invece le hanno consigliate. Basterebbe anche solo questo a far capire che nessuno, esperto o no, ha la verità assoluta in tasca e che perciò nessuno deve imporci le sue leggi in base alle sue idee e a ciò che ritiene verità assoluta.

Ma la mascherina non è un gran problema. Il vero problema è che siamo arrivati al punto che ormai, col pretesto del virus, controllano ogni nostro movimento e persino la nostra temperatura!.

Insomma, fino a marzo, se qualcuno aveva l’influenza ci si spostava spontaneamente dal soggetto in questione, non dovevano essere le istituzioni a imporci il distanziamento (che definiscono, senza pudore, “sociale”, neanche “fisico”). Siete sicuri che lo facciano per la nostra salute e non per isolarci e dividerci (ancora di più) gli uni dagli altri?

“Ma così ci sarebbe l’anarchia totale!” esclamano preoccupati coloro che attribuiscono questo termine a una continua lotta degli uni contro gli altri, dimenticando che ciò succede adesso proprio perché non c’è l’anarchia, proprio perché ognuno crede di dover imporre le proprie regole e le proprie idee agli altri. Siamo dunque sicuri che il problema sia chi non rispetta le leggi e non invece chi non le vuole nemmeno mettere in discussione? Nel frattempo si costituiscono movimenti e partiti alternativi che vorranno convincerci che con loro al governo le cose sarebbero andate diversamente. Ammesso e non concesso che questo possa essere vero, che cosa vogliamo? Un governo che anziché proibirci l’attività fisica, ce la imporrà? Che anziché obbligarci a indossare la mascherina, ci multi se vogliamo indossarla? No! Proibire e obbligare sono due facce della stessa medaglia. Il problema dunque, non è questo o quel sistema, ma è il sistema. Ecco perché dobbiamo smettere di delegare i politici pensando che essi sistemeranno le cose dall’interno, noi dobbiamo invece conquistare la nostra libertà assoluta. Già mettere in discussione ciò ci circonda è un gesto rivoluzionario, già scrivere e parlare, contestare le leggi può contribuire al cambiamento e alla distruzione di tutto ciò che ci distrugge. Cambiando la mentalità secondo la quale ci debba necessariamente essere chi comanda e chi obbedisce, nessuno potrà più obbligarci a fare delle cose che noi riteniamo sbagliate e nocive per la nostra persona.

Come scriveva il filosofo tedesco Max Stirner “difenditi e nessuno ti farà niente”.

Attribuire (tutte) le morti, anche quelle per cancro e per le solite malattie della civiltà che ci stanno ammazzando, al covid19 è stato utile a non mettere in discussione il sistema e il nostro stile di vita. Se si fossero detti i veri motivi per cui le persone sono morte, sarebbe potuto crollare l’intero sistema.

Ci tenete particolarmente alla vostra salute? Avete paura di ammalarvi? Temete chi mette a rischio la vostra e la propria salute?

Allora smettete di fumare (il fumo uccide voi e chi vi sta intorno), smettete di utilizzare l’automobile che, oltre a provocare quotidianamente incidenti gravi e mortali, inquina a provoca malattie a tutti e danni al pianeta; protestate contro chi costruisce per profitto opere inutili e dannose; fate più attività fisica, camminate, smettete di mangiare animali, derivati e altri schifezze che non sono adatte al nostro corpo, smettete di bere. Ma soprattutto spegnete la televisione e state lontani da tutte le fabbriche di paura, che vi abbassano le difese immunitarie. Facile, troppo facile e comodo prendersela con chi non rispetta il lockdown (anche se non costituisce pericolo per il contagio), con chi non indossa la mascherina che ci impedisce di respirare mette davvero a rischio la nostra salute (soprattutto in estate, poiché provoca ipercapnia), ma soprattutto la nostra libertà: è quella la vera emergenza. Un governo può fare ciò che vuole appellandosi allo stato di emergenza, può sospendere i diritti e la libertà, un bel pretesto per instaurare la dittatura. Perché un popolo impaurito è più facile da governare.

Siete preoccupati per la vostra salute? Allora ribellatevi al sistema e alle sue trappole, anziché adattarvi ed obbedire.

E per chi mi dice che i governi non avrebbero mai sospeso l’intera economia mettendo in scena una pandemia, voglio ricordare che l’economia è stata bloccata parzialmente: se si bloccasse l’economia intera, moriremmo tutti, tranne coloro che sono riusciti a vivere fuori dal sistema, in piena autonomia e auto-sussistenza (in anarchia, per intenderci). Si poteva, infatti, uscire per andare al lavoro, per andare a fare la spesa, per pagare le bollette e anzi, nell’era di internet, si poteva persino evitare di uscire, svolgendo tutto da casa (e con questo pretesto, se non stiamo attenti, la prossima volta potrebbero vietarci di uscire anche per queste cose, rinchiudendoci completamente).

L’economia, dunque, non è il pub, non è il ristorante, non è il negozietto, non è il piccolo imprenditore, non è l’operaio che per il lavoro; l’economia sono invece le grandi industrie, le multinazionali: nell’epoca di internet, dunque, si può ordinare tutto “comodamente” da casa e, mentre il piccolo imprenditore, l’operaio, il ristoratore, il bottegaio perdono il lavoro, le grandi industrie e le multinazionali invece continueranno ad arricchirsi anche grazie al fatto che, stressati, preoccupati, annoiati e tristi, avremo bisogno di acquistare nuovi palliativi per sopportare questa vita ancora più difficile di prima ed autodistruttiva. Siamo davvero, quindi, così ingenui da credere che bloccando “i pesci piccoli” dell’economia, possa crollare l’economia?

L’economia sta benissimo. Siamo noi che stiamo male. Siamo noi che crolliamo.

E non sarà certe chiedere più leggi e più autoritarismo a salvarci, non sarà cambiando governo, ma conquistando, da soli e insieme agli altri, la totale libertà da ogni tipo di dominio e il rispetto per la natura.

Sì, è vero. Su internet girano tante bufale, tante sciocchezze complottiste, ma ciò non vuol dire che il mainstream sia più credibile: è pur sempre informazione di regime. Perciò questo non vuol dire nemmeno che su internet girino SOLO bufale e sciocchezze complottiste, ciò non vuol dire che bisogna evitare di leggere/ascoltare voci fuori dal coro. Né la tv né il web, né io né voi abbiamo la verità assoluta in tasca ed è proprio per questo che nessuno dovrebbe imporre la sua visione agli altri.

Del resto chi e come stabilisce e in base a che cosa, se una notizia è vera o una notizia è falsa? Con questo pretesto si giustifica la censura e si distrugge la libertà di espressione (e di pensiero).

Finché il sistema tratterà il popolo come dei bambini incapaci di intendere e di volere, questi si sentiranno come tali e tratteranno i ribelli come tali. Siamo in un’epoca strana, dove persino i militanti anti-sistema, persino sedicenti antifascisti e anarchici, per dimostrare la propria “responsabilità” obbediscono e giustificano queste imposizioni senza porre domande, utilizzando anche loro sciocche etichette per screditare chi si fa domande; un’epoca in cui se ti fai domande, vieni insultato addirittura con l’aggettivo “terrapiattista”, senza chiedersi se invece siano gli altri a credere ancora che la Terra sia piatta. Del resto, un tempo, chi osava asserire che la Terra non fosse piatta, che non fosse il sole a girare intorno alla Terra, veniva trattato allo stesso modo in cui oggi viene trattato chi osa avere ed esprimere qualche dubbio. Purtroppo, ci sono state alcune persone come noi che, anziché impastare pizze e cantare dai balconi, anziché appendere striscioni, hanno commesso l’errore di pensare, di farsi domande, di informarsi.

O addirittura “negazionista”, che è un termine che in realtà indica chi nega l’olocausto. Il linguaggio gioca un ruolo importante.

Non omologatevi al pensiero unico.

Perciò, chiederei anche ai giornalisti di smetterla con questo continuo paternalismo, soprattutto nei confronti dei giovani, dal momento che queste imposizioni non hanno alcuna base scientifica e, anche se l’avessero, sarebbero sbagliate proprio perché imposte: l’imposizione scatena sempre la voglia di ribellione, anche quando lo Stato impone il bene, trasformandolo appunto in male.  

Nessuna assistenza dovrà essere imposta a un individuo contro la sua volontà: nessuna persona, senza il suo consenso, potrà essere presa, rinchiusa, ricoverata o comunque molestata in nome della salute

(Ivan Illich)

Domenico J. Esposito

foto dal web

Informazioni su Domenico J. Esposito

Domenico J. Esposito è autore dei romanzi La Città dei Matti (Mon&editori, 2009) e di Sia fatta la mia volontà – Qui nel mondo (Tempesta Editore, 2011). Ha collaborato con giornali locali e gestisce un blog che prende il nome del suo primo libro. Nel 2016 pubblica il romanzo Il Mondo Malato con Eretica Edizioni, dal quale è stata tratta l’omonima canzone interpretata dal cantautore Ivan Romano e reperibile su Youtube. Nel 2018 pubblica, ancora una volta con Eretica Edizioni, "Il Romanziere" e nel 2020, sempre con Eretica Edizioni, pubblica il romanzo "Voler bene in segreto".
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